07/10/09

Sospensione di Roberto Balducci: lettera a tg3net@rai.it

Gentili Signori,
è un buon periodo che ritengo la Rai una televisione, per così dire, in decadenza. Il giornalismo e l'informazione non sono più ritenuti sufficienti e, tanto meno, soddisfacenti da ormai tante persone, e tutto ciò potrebbe essere davvero preoccupante, trattandosi della televisione di Stato.
La sospensione di Roberto Balducci, seppure non citata a chiare lettere (così come molte altre faccende di tremenda importanza non vengono citate chiaramente durante i vostri Tg e nella televisione in generale) da voi, che il Tg lo fate, e che avete l'obbligo nei confronti dei cittadini italiani di farlo nella massima chiarezza ed onestà, mi ha la sciato perplesso (per usare un eufemismo di monumentali roporzioni). E come me, tante altre persone.
Io comprendo benissimo l'importanza economica, politica e finanziaria del Vaticano, Stato indipendente che vive dalle spese dei cittadini italiani in cambio di "servizi" non solamente religiosi (ormai si sa); ma sospendere un vaticanista come Balducci, dopo tanta esperienza, per aver pronunciato una frase di assoluta innocenza come quella in cui erano citati gli ormai famosi quattro gatti che ascoltavano l'Angelus in Piazza San Pietro, diventa un caso di gravità massima.
Non tanto per il fatto che un giornalista venga ingiustamente sospeso (purtroppo molti di quelli che vogliono dire la verità subiscono la stessa reazione), ma perché l'intrusione politica del Vaticano sta impedendo a noi, cittadini italiani, di avere il diritto di informazione che ci spetta.
A voi, per cui dare l'informazione costituisce un obbligo, vista la posizione statale della Rai, rivolgo questa domanda:
Se nominare il Vaticano nel modo utilizzato da Balducci significa privare i cittadini (coloro che vi finanziano!) di un giornalista serio ed in gamba come lui, cosa sarebbe svelare un intrigo di stato, corruzione, atti mafiosi?
In quanto cittadino italiano chiedo alla Rai di virare in direzione di un'informazione chiara, pulita, onesta, e che vada al di là dei malumori della Chiesa all'interno di uno Stato laico.

Spero non tanto in una risposta, quanto in un esame di coscienza.

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