29/10/09

Crocifissi nelle aule delle scuole laiche

Vorrei introdurre l'argomento con la notizia, finalmente soddisfacente, pubblicata sul sito UAAR il 28/10/2009, legata all'iniziativa presa dal prof. Coppoli di Terni, che è stato accusato di togliere il crocifisso appeso nell'aula durante le sue lezioni.

L’Ordinanza del 5 ottobre del Tribunale di Terni, nella persona dei Giudici dott. Girolamo Lanzellotto, dott. Fabrizio Riga e dott. Carmelo Barbieri, ha sciolto la riserva formulata dallo stesso Tribunale nell’udienza del 27 luglio 2009 e ha deciso, a causa del trasferimento del professor Franco Coppoli presso un altro istituto (era infatti in assegnazione provvisoria presso l’IIS Casagrande dal 1 settembre 2008 al 31 agosto 2009) “il venir meno della attualità della condotta asseritamente discriminatoria con la conseguente sopravvenuta cessazione della materia cautelare del contendere”.Si conclude la prima fase della battaglia per la libertà religiosa e contro la discriminazione intentata dal Prof. Coppoli contro il Dirigente Scolastico dell’IIS Casagrande ed il Ministero della Pubblica Istruzione per la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche.Il Tribunale non ha ritenuto perdurassero le esigenze cautelari che secondo gli avvocati Fabio Corvaja, Francesca Leurini e Gabriella Caponi sarebbero continuate a sussistere anche dopo il trasferimento del docente ed è da sottolineare che la cessazione della materia del contendere è sopravvenuta in seguito al rinvio: infatti quando è stata eccepita d’ufficio (il 27 luglio 2009) ancora non sussisteva in quanto allora il docente era ancora in servizio presso l’istituto Casagrande, ed è sopravvenuta solo in seguito al rinvio della decisione a settembre.Nell’insieme ci riteniamo soddisfatti dell’impianto dell’ordinanza sul piano dei diritti civili e della libertà di religione e della discriminazione religiosa in quanto è una decisione che riconosce la fondatezza dei dubbi sulla presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche quando afferma che “l’esistenza di un dovere generalizzato di tale contenuto da parte delle istituzioni scolastiche, come derivato da alcune decisioni di merito (si veda ad es. l’Ordinanza del Tribunale dell’Aquila 22.10.03) [che imponeva la rimozione del crocefisso da una scuola materna a causa del significato discriminatorio e senza alcuna legittimazione normativa dello stesso, ndr] e dalla recente sentenza della Cassazione penale (Cass. N. 28482/09) [il Tribunale di Terni fa riferimento alla sentenza che ha assolto e riconosciuto le ragioni del giudice Tosti, ndr] non risulta affatto pacifica in giurisprudenza quantomeno in considerazione della necessità di compatibilizzare un’eventuale direttiva in tal senso con il “principio di laicità dello Stato e con la garanzia pure costituzionalmente presidiata, di libertà di coscienza e di religione” (v. cass. cit.).In altre parole prendiamo atto che il trasferimento (non dovuto assolutamente alla questione qui discussa) del prof. Coppoli all’ITG-ISA di Terni ha fatto cessare, secondo il Tribunale, le esigenze cautelari che giustificano una tutela di urgenza, ma consideriamo importanti le dichiarazioni del Tribunale riguardo alla questione della laicità degli ambienti formativi.Annunciamo quindi che la questione sarà portata davanti al Giudice del lavoro del Tribunale di Terni con un giudizio ordinario per far si che si possa affermare quel fondamentale “principio supremo della laicità dello Stato che è uno dei profili della forma di Stato delineata nella Carta costituzionale della Repubblica”, come ci ricorda la Corte Costituzionale nella sentenza 203/89 e come è ormai affermato in tutta Europa e nel mondo civile.Invitiamo docenti, ATA ed educatori al convegno nazionale organizzato dal CESP- Centro Studi per la Scuola Pubblica: “La laicità nella scuola pubblica: la croce della religione cattolica” che si terrà a Roma il 6 novembre presso il centro congressi di via Cavour 50, Roma (info).
Prof. Franco Coppoli

Comitati di Base della scuola UAAR - Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti

Come detto, una buona notizia, finalmente, che ci porta a ben sperare, riguardo alla laicità delle nostre scuole.
L'importaza della scuola in ogni paese è fondamentale per la crescita e lo sviluppo dello stesso. Se un paese si dichiara laico, per non prendere in giro i propri cittadini, deve essere realmente laico.
L'Italia è un classico esempio di paese laico cattolico. Cosa significa? Semplice: basta dichiararsi laici con radici cristiano-cattoliche, il ché spinge i cittadini a sentirsi in dovere di rispettare quelle proprie radici.
Nessuno si è mai chiesto, però, quanto siano cristiane le radici dei francesi? Eppure la Francia è indubbiamente un esempio da seguire, in fatto di laicità, di integrazione, di apertura alle culture dei popoli migranti (certamente la Francia ha dovuto affrontare il problema dell'immigrazione e dell'integrazione molto prima dell'Italia, essendo stata una potenza coloniale fino a metà del secolo scorso).
Ma in Italia non funziona così. Noi siamo legati dai Patti Lateranensi. Noi dobbiamo rispettare quei patti, firmati da Benito Mussolini (il Duce, il grande esponente del Fascismo in una Repubblica dichiaratamente Antifascista) prima e da Bettino Craxi (finito latitate in Tunisia dopo aver fatto capitolare l'Italia nel periodo più nero della storia della sua Repubblica) poi. Due uomini che, oltre ad essere accomunati dalle loro grandi opere politiche, lo sono anche da questa firma in cui si dichiara che l'Italia è serva del Vaticano.
Il perché è semplice. Il Vaticano, per i nostri politici, è una comodità straordinaria. Innanzitutto, l'essere cattolici porta ad una visibilità ben maggiore nei confronti delle masse, rispetto all'ateismo, all'agnosticismo o alla semplice laicità. Inoltre, a livello finanziario, il Vaticano è indiscutibilmente un ottimo escamotage per fuggire dai controlli del fisco italiano. Ma ecco un'altra notizia, sempre pubblicata dall'UAAR questa settimana, chiara conseguenza di questi anni di intorpedimento mentale e servitù forzatamente accettata:

In un ospedale di Melzo (MI) tre donne in procinto di abortire sono state additate come “assassine” dal primario di ostetricia e ginecologia. Il medico avrebbe pronunciato queste parole ad alta voce davanti al personale e ai degenti del nosocomio. Il primario, stando a quanto asserisce CronacaQui, sarebbe un notorio antiabortista, simpatizzante di Comunione e Liberazione.

La notizia è stata riportata anche dal blog di Beppe Grillo:

L'aborto è una scelta che può lasciare tracce indelebili in chi la fa. Una scelta che può avere mille ragioni che appartengono alla sfera privata della persona. E' quindi inconcepibile che all'ospedale di Melzo, un luogo pubblico, un primario, Leandro Aletti, gridi di fronte a tutti: "Assassina, sta uccidendo suo figlio" a tre ragazze in attesa di esami preliminari. L'ospedale non è un istituto confessionale, un tempio degli antiabortisti, un'estensione delle parrocchie. Aletti, simpatizzante di Comunione e Liberazione, è stato denunciato per ingiuria e l'udienza si terrà a dicembre. Il blog sarà presente. Una domanda: "In Lombardia quanti sono i medici e i primari di CL?".

Ecco qui le nostre radici cristiano-cattoliche.

Ci spingono ad insultare ragazze che vorrebbero abortire. Nell'era del progresso.

Ci spingono a sospendere un giudice che non vuole emettere sentenze di fronte ad un crocifisso appeso in un tribunale laico. Nell'era della libertà di pensiero.

Ci spingono a sospendere uno dei vaticanisti più importanti presenti nel giornalismo italiano per utilizzare una frase "poco consona" riguardante l'Angelus papale. Nell'era della Libertà di Stampa (cfr. nostro post del 07/10/2009).

E' questo uno stato laico?

Nessun commento:

Posta un commento

Passaparola di Marco Travaglio

passaparola
Italian Bloggers