03/02/10

Much ado about...?

About something, di sicuro. Perché non si può dire che il "Tanto rumore" si stia facendo "per nulla", se parliamo dell'attuale situazione Alcoa.
Nell'ultimo articolo riguardante questo contesto, in questo blog, abbiamo parlato infatti di come l'Alcoa avesse riceuto l'offerta elaborata dal Governo Italiano, secondo la quale la multinazionale americana avrebbe usufruito degli sconti sull'energia elettrica, secondo quanto accordato quindici anni orsono, ovvero dalla stabilizzazione dell'Azienda negli stabilimenti italiani. Di conseguenza stavamo aspettando una risposta dell'Alcoa, che in prospettiva pareva essere ovvia: per quale motivo, dopo aver chiesto i finanziamenti, e dopo averli ottenuti, infatti, l'Alcoa avrebbe dovuto deciso di chiudere ugualmente?
La coerenza diceva palesemente che, ormai, i problemi erano risolti.
Ma non è stato così.
Troppo facile pretendere che una grossa azienda come l'Alcoa vada ad affrontare nuovamente gli stessi problemi che sta attraversando ora. Meglio pararsi il culo, dicono, ed aspettare una conferma da parte dell'Unione Europea.
Come già abbiamo spiegato in passato, infatti, dobbiamo ricordare che fu proprio l'Unione Europea ad aver impedito all'Italia la prosecuzione nel fornire finanziamenti di denaro pubblico all'Azienda produttrice d'alluminio presente nel nostro territorio nazionale, e nonostante le promesse e gli accordi precedentemente fatti, il nostro Governo non poté nulla contro l'imperativa ordinanza dell'UE.
E' per questo che gli americani, sentendo e ricevendo tutta la disponibilità nazionale italiana, non si accontentano, e vogliono essere certi che l'UE non si ripresenti, una seconda volta, con i suoi impedimenti concernenti questi maledetti sconti sull'energia elettrica.
Allora ecco che si scatena il putiferio, paradossalmente, tra Alcoa e Governo Italiano, che sono i due enti che vorrebbero (almeno a parole, s'intende: l'Alcoa deve ben dimostrarlo con i fatti) proseguire la produzione di alluminio negli stabilimenti sardi e veneti.
Per quale motivo, quindi, l'Unione Europea non dà una risposta definitiva? E' evidente che, se ci fosse da dire sì per calmare le acque, per lasciare i sardi in Sardegna e i veneti in Veneto, anziché costringerli a catapultarsi in massa, insieme alle loro famiglie, a Roma, non si attenderebbe tanto.
Ma allora? C'è da preoccuparsi?
Forse. Di sicuro il "Tanto rumore" shakespeariano richiamato nel titolo, non si sta facendo "about nothing". Ma qualcosa, sotto sotto, c'è.
Vediamo dunque cosa è successo in questi ultimi giorni e in queste ultime ore.
L'accordo fra Governo e dirigenti Alcoa era stato fissato inizialmente, come riportato nel nostro stesso blog, per il 5 di Febbraio, data anticipata al 3, cioé oggi.
Il Governo, però, ha deciso di rinviare quest'incontro all'8 di Febbraio, data in cui l'Alcoa ha minacciato di chiudere gli stabilimenti, per cui i dirigenti americani hanno chiesto un'anticipazione, esponendone la necessità.
Hanno inoltre minacciato, nel caso in cui quest'incontro non dovesse eseguirsi prima dell'8 del corrente mese, di chiudere definitivamente entrambi gli stabilimenti di Portovesme e di Fusina.
Ma passiamo ora a coloro che rischiano drammaticamente il posto di lavoro.
Tra operai assunti in maniera diretta, e personale assunto dalle aziende che lavorano negli stabilimenti Alcoa, si parla di circa 5000 posti di lavoro, restringendo il campo al solo stabilimento di Portovesme. Potenzialmente si potrebbe quasi raddoppiare la cifra, aggiungendo a questo lo stabilimento veneto sito nei pressi di Porto Marghera.
Cosa possono fare, se non far vedere a tutta Italia la loro disperazione che si aggiunge a quella di tutti i componenti delle loro famiglie?
Pare che i sindacati stiano pensando di chiedere al Governo, allo Stato Italia di prendersi la responsabilità in maniera diretta, e di assumere il controllo della situazione acquisendo questi stabilimenti, rendendoli quindi pubblici e non più privati.
La strada è lunga, e il tempo è poco.
Sentiremo ancora tanto rumore. Ma speriamo che quello che si sta facendo, serva a qualcosa.

Passaparola di Marco Travaglio

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