24/01/10

Ministro Meloni: ma la fuga dei cervelli dall'Italia, non era un problema?

Questa mattina, sul sito UAAR è stata pubblicata la dichiarazione emessa dal Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, la quale ieri sera, alla convention del Popolo della Libertà ad Arezzo, ha dichiarato testualmente che lei è "stufa di vedere burocrati europei che stanno lì a sindacare se si possa appendere un crocifisso nelle scuole".
Ma non perché lei pensa che non sia un problema all'altezza del Parlamento Europeo: tutt'altro. Ha sostenuto liberamente la tesi secondo cui "la maggioranza degli italiani lo vuole e questo vale anche per uno stato laico", e quindi, nel caso in cui qualcuno si dovesse offendere, gli consiglia "di prendere in considerazione l’idea di andare a vivere da qualche altra parte del mondo".

A questa proposta, ha risposto immantinente il blog, inviando presso il suo Ministero (info@gioventu.it) la seguente lettera:

Gentile Ministro,
vorrei inviarLe le mie personali considerazioni a riguardo delle sue dichiarazioni emesse ieri sera, durante la convention del Pdl ad Arezzo, in cui ha dichiarato che "coloro che sono contrari ai crocifissi nelle scuole, possono andarsene a studiare all'estero".
A parte il fatto che si tratta di una sentenza decisamente sconsiderata, visto che Lei è il Ministro della Gioventù e che, anziché tutelare la migliore istruzione possibile per i giovani che Lei rappresenta in Parlamento, per poi sfruttarne le capacità e competenze in futuro, li invita ad andarsene se non vogliono assistere alla trasgressione della Laicità dello Stato, elemento chiave della Costituzione Italiana.
A parte questo, dicevo, pare sia necessario ricordarLe che lo Stato Italiano stimi come un grave problema quel fenomeno denominato "fuga dei cervelli" dall'Italia, che vede numerosi dei nostri ricercatori, ingegneri, dottori, scienziati trasferirsi all'estero per poter trovare l'occasione di mettere in pratica la loro professione e la loro intelligenza. Ed è per questo che la sua sentenza è di una sconsideratezza unica, emessa nel periodo sbagliato, e per di più che lascia trapelare due idee diverse, ma aventi un punto in comune: la negatività.

La prima idea che lascia intendere la Sua infelice considerazione di ieri, è che Lei pare non aver chiara la situazione lavorativa attuale. Il ché è strano, visto che tutti quanti noi sappiamo quanto la crisi economica stia influendo sulle famiglie e, conseguentemente, sui giovani italiani; e vedere come un Ministro non ne abbia la percezione, non è un fatto granché consolante, perché o significa che questo Ministro non s'interessa dello stato del Popolo che rappresenta, oppure che questo stesso Ministro viva in un mondo per nulla intaccato da problemi economici. E questo già si sapeva, ma innervosisce - mi creda - sentirselo dire palesemente e con tale sfacciataggine. Per assicurarLe che non sto delirando, le spiegherò come si giunge a questa conclusione. Se Lei, Ministro della Gioventù, pronuncia inviti a trasferirsi all'estero ai giovani italiani, solo per il fatto di non accettare un crocifisso appeso nelle Scuole Pubbliche e costituzionalmente Laiche, sta palesando come non siano accetti gli aiuti futuri che gli stessi giovani che Lei invita ad andarsene potranno offrire, ad istruzione terminata.

La seconda strada secondo cui può essere interpretato il suo "consiglio", è diversa ma, come detto, altrettanto preoccupante. Pare che Lei si faccia liberamente beffa di quell'articolo della Costituzione Italiana che dice che il nostro Stato è Laico. Ciò significa, ma è ovvio che Lei lo sappia, che in Italia si dovrebbero distinguere lo Stato dalla Chiesa, e i due enti che da sempre hanno rivaleggiato, non possono essere accomunati. In una Scuola Laica, quindi, sebbene ci sia sempre stato, un crocifisso (simbolo della Chiesa) risulta, logicamente e costituzionalmente, inappropriato. Invitando i giovani atei, agnostici, razionalisti, laici, stoici o di qualsivoglia pensiero non cristiano o, addirittura, non cattolico, ad andarsene all'estero se non tollerano il calpestare, da parte dei nostri governatori, un articolo della Costituzione come quello sulla Laicità, Lei sta proibendo ai nostri giovani di utilizzare liberamente (liberamente, sì! da Libertà, proprio quella cosa rappresentata dalla "L" finale nel nome del Suo partito) il proprio pensiero perché, se dovessero farlo, il loro Ministro gli ha già consigliato di andarsene all'estero. Perché? Qui avrebbero vita difficile? Perché in Italia non potranno educare i loro figli ad usare la loro ragione senza subire gli influssi cristiano-cattolici? O perché ad uno scienziato, ad un dottore, ad un chimico, ad un ingegnere ateo, Lei preferisce un popolo di sole massaie, pastori e manovali (con tutto il rispetto per le massaie, per i pastori e per i manovali, mi creda) religiosi?

L'ultima considerazione che voglio farLe, è su ciò che ha palesemente evidenziato e dichiarato. Il ché è un qualcosa estremamente grave, perché porta a concludere che il nostro Ministro della Gioventù, che dovrebbe guardare al futuro tanto quanto al presente, non ha una minima idea di come il mondo si stia evolvendo.
La Globalizzazione, Ministro, è un fenomeno in atto in ogni parte del Mondo Occidentale. L'accettazione delle razze, dei pensieri e delle culture altrui (un po' come quello che predicava quel signore che sta sul Suo caro crocifisso) è l'emblema della società odierna e futura. Occludendo il proprio Ministero ed i giovani ad un sottostare continuo, imperterrito ma anche inutile e retrogrado alle leggi morali ed alle usanze clericali tipiche dei secoli ormai trascorsi, lo sguardo al futuro appare lontano. E un Ministro della Gioventù così conservatore, più che rappresentare un Ente politico credibile, rappresenta un paradosso.

Ministro: è più importante il contributo che i giovani che Lei rappresenta in Parlamento possono dare allo Stato, o un crocifisso in un'aula? Pare che la risposta Sia chiara: preferisce avere i suoi rappresentati all'estero, pur di avere un simbolo cattolico nelle Scuole.

Il mondo si divide in due categorie, Ministro: c'è chi pensa con la sua testa, e chi crede a ciò che gli dicono gli altri.
Chi pensa, è stato invitato ad andarsene. Speriamo non si segua il Suo consiglio.

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