25/01/10

In Puglia il PD è di sinistra

La notizia è di ieri, e ovviamente ha già fatto il giro di tutta Italia. Perché pare incredibile come gli iscritti al PD, che hanno avuto accesso alle votazioni per le primarie pugliesi, si siano rivelati più di sinistra dei loro stessi rappresentanti.

E' ovviamente superfluo parlare dei dettagli delle votazioni, ma è interessante ricordare come il PD sia nato, quali fossero i suoi intenti, quali i risultati ottenuti, e quanto questo partito si sia rivelato fallimentare agli occhi di tutti i suoi sostenitori e di tutti coloro che hano deciso di allontanarsene.

Correva l'anno 2006, quando i Democratici di Sinistra elaborarono un piano d'attacco per poter battere l'alleanza capitanata dal solito Silvio Berlusconi. Fra queste idee nacque quella di fondare un unico partito che unisse i Democratici di Sinistra (guidato da Fassino) al partito di Rutelli, la Margherita, una fazione interposta fra i democristiani meno centralisti, e i diessini meno sinistroidi. Un partito, insomma, che fosse composto da persone che non si sentivano né appartenenti a un'ideologia di sinistra, né ad un'ideologia democristiana. Questo miscuglio, anziché essere definito come un mix di gente indecisa, e che voleva a tutti i costi occupare una poltrona priva di ideologia politica, fu invece esaltato dai fondatori come l'avanguardismo politico italiano, che mirava ad un "bipolarismo all'americana", e che avrebbe unito tutte le forze di centro e di sinistra in modo da annientare il berlusconismo presente e sempre più imperante in Italia.

Al Congresso dei DS, il partito presente fu smembrato, ottenendo dei risultati da capogiro, a vantaggio del futuro PD: la stragrande maggioranza degli elettori scelsero l'unione con la Margherita e la nascita del Partito Democratico, visto come l'unica possibilità di tornare al Governo, far fuori (politicamente) Berlusconi, e vivere una vita di speranza e di felicità.

Ciò che non si sa è che inizialmente il manifesto della mozione di Fassino (che era una delle tre mozioni presentate dai DS, ed era quella che sosteneva, appunto, la nascita del PD, fu inizialmente considerato aberrante da una buoona parte del popolo diessino e che, dopo che alcuni Congressi furono eseguiti con scarso successo, questo manifesto fu stravolto dallo stesso Fassino e dai suoi compagni (o ex compagni, visto che abbandonavano, effettivamente, una posizione di vera sinistra per accentrarsi notevolmente), perché se al popolo non piacciono alcune idee, gliene piaceranno delle altre!

Questo fu il primo esempio di grande democrazia: se non ti piace come la penso, non ci sono problemi. E' il popolo che comanda. La penserò esattamente come vuoi tu, comunque tu la pensi. L'importante è che tu mi dia il voto.

Nato il PD, con grande esultanza da parte dei "grandi", carichi di ottimismo ci si dirige alle primarie, per eleggere chi sarà il segretario nazionale del PD. L'eletto sarà Veltroni. La sua scelta si rivelerà fallimentare, a dir poco. L'avversario degli avversari, Silvio Berlusconi, compone un'alleanza ed un partito unico, includendo nel Popolo della Libertà partiti in crescita continua come AN di Fini e Lega Nord di Bossi. Berlusconi non è più un avversario semplice da sconfiggere, ed il PD viene annientato con percentuali da record. Veltroni si dimette, il PD rimane per un certo periodo come una barca a vela con l'albero maestro rotto e senza ancora, completamente in balìa di ciò che Berlusconi ed il suo Governo decide di fare e fa.

Ma non cambia, da quando Veltroni era in piedi. I cittadini si accorgono che l'opposizione veltroniana non è una vera opposizione: l'accordo fatto con Berlusconi sulla riforma elettorale è la manifestazione di come il PD abbia perso completamente il suo carattere di sinistra, e all'opposizione rimangono l'IdV di Di Pietro e l'UDC di Casini. Due partiti piccoli, troppo piccoli per farsi sentire fra due colossi come il PdL ed il PD.

Dopo un periodo senza un capo bastone, il PD ri-organizze nuove primarie. E' necessario avere qualcuno che rappresenti la cosiddetta opposizione. E allora, al prezzo di 2 €, gli elettori possono democraticamente scegliere chi dovrà guidare il loro partito. Viene scelto Bersani. Egli non ha ancora fatto una piega. Più che sostenere che la destra non ha mantenuto le promesse, e che in passato non l'ha mai fatto, Bersani ed il suo Partito Democratico non ha ancora proposto nulla di nuovo. Ed ecco che, con Bersani, sparisce Veltroni (che si dedica ora alla scrittura) e riemerge D'Alema, sparito per un po' affinché si calmassero le acque che lo vedevano coinvolto, insieme a Fassino (tutt'ora latitante da qualsivoglia giornale o TV), nello scandalo alla scalata Unipol.

Ma veniamo ai giorni nostri.

A Marzo ci saranno le regionali ed il PD, per rispettare la sua idea fondamentale di democrazia, si attiva per l'organizzazione delle primarie. C'è solo un problema: in Puglia si ri-candida il Governatore uscente Nichi Vendola, il classico uomo di sinistra, un rappresentante del popolo che lavora per il popolo, un uomo che non sta a sottomettersi ai suoi capi bastone, ma che ragiona con la sua testa su ciò che può avvantaggiare o meno il popolo pugliese. Il suo avversario è invece Francesco Boccia, giunto al PD via Margherita, come già spiegato un partito composto da ex democristiani pentiti.

I due "big" del Partito Democratico, cioé Bersani, segretario nazionale, e D'Alema, uomo di spicco del partito che sta all'opposizione (seppure più che opporsi è dedito al "compromesso politico", anche detto puramente "inciucio"), decidono da che parte stare. Ovviamente sostengono Boccia, il meno pericoloso tra i due, colui che potrebbe meglio sottostare alle varie manovre dei grandi politici nazionali.

Ma il popolo si è accorto di come il PD non sia più di sinistra, nonostante le promesse fatte. Il popolo pugliese si è accorto di come Vendola sia stato abbandonato dal partito a livello nazionale, per il suo "essere di sinistra" non gradito non solo a Berlusconi, ma nemmeno dai suoi oppositori (che potremmo, citando una frase di Travaglio, anche chiamare "diversamente concordi", più che oppositori) del PD.

Le primarie sono state vinte da Vendola, col 73% dei voti, contro un misero 27% ottenuto dalla triade Boccia-D'Alema-Bersani.

I problemi attuali preoccupano la popolazione, che vuole cambiare. E non vuole mettere i "diversi concordi" al Governo, al posto degli attuali governanti. Il popolo ha capito che bisogna sostituire innanzitutto i "diversi concordi", e mettere al posto loro degli Oppositori.

Questo sarebbe un primo passo che contribuirebbe, di già, a migliorare notevolmente la situazione presente in Puglia, come in tutta Italia.

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