10/01/10

Candidati alla Regione Lombardia e alla Provincia di Milano del MoVimento 5 stelle

Ieri pomeriggio alle 15:00, a Milano, allo Spazio Tadini si è assisitito alla presentazione dei candidati del MoVimento 5 stelle, fondato da Beppe Grillo, per le elezioni regionali e provinciali in Lombardia, previste per la prossima primavera.
Numerose le persone che hanno assistito all'evento politico, come numerosi sono i candidati presentati (fra cui il candidato alla presidenza della Regione Vito Crimi).
Dopo un discorso del fondatore del MoVimento, Beppe Grillo, che ha toccato i numerosi punti su cui l'azione politica di questo movimento (perché, effettivamente, di partito non c'è traccia, e tanto meno di schieramento politico) si basa, oltre ad aver descritto la natura del suo impegno politico, ribadita essere nata per necessità, visti i tempi in cui la politica di sinistra sta sempre più assemblandosi a quella di destra (a proposito anche Marco Travaglio ha fatto approfonditi interventi, anche su Passaparola, visibile in diretta da questo stesso blog), e visti i pericoli ambientali ed economici cui l'Italia sta andando incontro, alcuni dei numerosi candidati hanno esplicato, in brevi interventi individuali, le direzioni politiche che verrebbero sostenute in caso di effettiva elezione di almeno uno di essi in ciascuno dei consigli regionale e provinciali.
Il punto chiave, il motto su cui tutto si basa è "ognuno vale uno", che sta a significare l'eliminazione di un segretario, di un "capo-bastone", come Grillo spesso dice, e di una gerarchia capace di decidere per i molti.
Il meccanismo proposto dal MoVimento 5 stelle è assolutamente innovativo in Italia, ed è simile a quello utilizzato negli Stati Uniti dallo stesso Obama, punto di riferimeto ed esempio reale di una politica simile a quella che il comico genovese sostiene. Questo metodo si basa su una natura "on-line", un lavoro che mette le sue fondamenta sull'informazione pubblica che solo attraverso internet può giungere ai cittadini. Essendo le televisioni per gran parte in possesso a Silvio Berlusconi, e costituendo questo la seconda carica dello Stato, è ovvio che sia l'informazione privata (la sua, Mediaset), che quella pubblica (la RAI), non potrebbe mai mettersi contro di lui; conseguentemente lo spiraglio che trova Grillo è proprio la rete, uno strumento, a suo dire, assolutamente capace di disintegrare i vecchi meccanismi di informazione e di politica, che potrà portare una vera e radicale innovazione nel sistema-Stato italiano.
Forte degli innumerevoli consensi ottenuti nel suo blog (uno dei principali blog al mondo, per numero di sostenitori e per importanza politico-sociale), Beppe Grillo col suo classico fervore ha presentato un programma ben definito (la Carta di Firenze), che generalmente si concentra su alcuni punti-chiave: ambiente, energia, trasporti, informazione, sanità, politica.
Fondamentalmente, si parla di una drastica riduzione dell'inquinamento (abolizione degli inceneritori tramite la raccolta differenziata e promuovendo il riciclaggio al 100%) e dell'illeggittimità della privatizzazione dell'acqua, che dovrebbe essere resa nuovamente pubblica (è stata menzionata una sovratassa imposta ai cittadini di Ravenna riguardante l'utilizzo dell'acqua piovana); della riduzione del traffico (incentivare i trasporti pubblici e le ferrovie, eliminando il trasporto di container vuoti su gomma, e facendoli viaggiare su rotaie; investendo sulle piste ciclabili e sul tele-lavoro, cioé la possibilità di svolgere il lavoro da casa anziché dall'ufficio); dell'arresto alla cementificazione di aree verdi per la costruzione di parcheggi o strade; dell'utilizzo delle energie rinnovabili, in primis di quella eolica, tramite la quale è possibile caricare generatori di corrente capaci di movimentare automobili elettriche; di informazione libera, senza più finanziamenti di soldi pubblici alle testate giornalistiche (ogni giornale viva delle proprie vendite, altrimenti, se non ha lettori, fallisca) e con internet gratuito con copertura wi-fi a livello nazionale, utilizzabile da ogni cittadino italiano, il quale fin dalla nascita potrà avere una password per accedere alla rete, tramite la quale ogni legge potrà venire discussa da ogni elettore prima che venga proposta in parlamento, e questa potrà essere proposta solo previa approvazione maggioritaria di tutti i cittadini (una specie di referendum per ogni legge, ma stavolta non più cartaceo ma tramite internet); di una maggiore informazione sanitaria, in modo che le aziende farmaceutiche non possano più approfittare dell'ignoranza dei cittadini e vendere i loro prodotti spesso inutili o, nel peggiore dei casi, dannosi; di un parlamento pulito, che vieti ai parlamentari di stare in carica per più di due mandati, che dia uno stipendio ai parlamentari pari allo stipendio medio nazionale, che mandi in pensione i parlamentari non più dopo due anni ma esattamente come gli altri cittadini, che chiunque sia pregiudicato non possa, per legge, accedere ad una carica qualsiasi in parlamento e che, infine, venga per lo meno dimezzato il numero dei parlamentari.
Da questi punti scaturirebbero poi tante diramazioni relative alle diverse facce dell'economia, dei trasporti, dell'ambiente e di tutto ciò che riguarda la vita di uno stato.
Argomento che non è stato trattato ieri pomeriggio, ma che certamente dovrà essere affrontato dai candidati nella regione Lombardia, è quello dell'integrazione degli imigrati, problema chiave in una regione economicamente avanzata come, appunto, quella lombarda.
I problemi di integrazione sono infatti vivissimi, e le varie riforme proposte dal Governo non facilitano l'accettazione, da parte dei cittadini, degli immigrati romeni, slavi o nord-africani. La Lombardia svolge un ruolo assolutamente principale, per quanto riguarda l'economia nazionale, e se vuole mantenere la sua funzione avanguardista nei confronti delle altre regioni, deve pensare bene a come gestire un problema che nazioni come Germania, Gran Bretagna e Francia hanno già dovuto affrontare in passato e che, specialmente nel caso di Germania e Regno Unito, è stato generalmente superato, ma che anche in Francia è certamente giunto a buon punto.
La chiave per affrontare questa situazione consiste nel riuscire a facilitare il mix tra la nostra cultura e quella dei popoli migranti, con tutte le differenze che spesso si identificano nella sfera religiosa. A questo punto pare abbastanza chiaro come la laicità dello Stato sia un punto basilare che potrebbe avere la funzione di ago della bilancia, nella riuscita o meno di una buona politica nella regione lombarda.
Così come negli altri paesi infatti, per affrontare il fenomeno dell'immigrazione e dell'integrazione dei popoli stranieri, il Vaticanismo deve essere abbandonato anche in Italia, e proprio la Lombardia deve essere, anche in questo caso, la porta principale da cui l'innovazione entra in Italia. Solo con la laicità dello Stato, e col permesso di praticare liberamente e decentemente (cioé così come si praticano nel loro paese) le altre religioni, gli immigrati potranno venire realmente integrati, senza che scombussolino le abitudini nazionali italiane, ma in maniera tale da poter contribuire all'avanzamento culturale che coinvolge, nell'era della globalizzazione, il mondo intero.

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Passaparola di Marco Travaglio

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