13/11/09

Questione crocifissi: Stato e delinquenti contro l'Europa

Dopo la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sulla rimozione dei crocifissi dalle aule delle scuole pubbliche, come si sa, lo Stato italiano ha avviato una campagna in controtendenza al resto delle nazioni europee, dichiarando il crocifisso come simbolo della tradizione e della storia cattolica italiana, e rendendo illegittima la dichiarazione della Corte Europea di Strasburgo.
Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, insieme a tutta la sua schiera politica, si è dichiarato decisamente contrariato dalla decisione presa in Europa, e ha annunciato pubblicamente che l'Italia non seguirà la direzione presa dal resto delle Nazioni europee. Insieme allo schieramento di Centro-Destra, ovviamente, troviamo il Vaticano, il quale persevera nel voler mettere un proprio parere in ciò che è italiano, ossia al di fuori dai propri confini.
Lo Stato laico-cattolico italiano si trova dunque nuovamente coinvolto in un problema che non riguarderebbe mai uno Stato semplicemente laico.
Sul fronte prettamente scolastico, il nostro Ministro all'Istruzione Mariastella Gelmini non ha perso tempo a presentare ricorso alla Corte Europea, mentre sui fronti politici in generale diverse sono state le reazioni. Come detto, la Destra e il Centro-Destra hanno utilizzato qualsiasi definizione dispregiativa esistente per descrivere la sentenza della Corte di Strasburgo, ma anche a Sinistra non si è scherzato: Pierluigi Bersani, leader del Partito Democratico, ha dichiarato che "su questioni delicate come questa, qualche volta il buonsenso finisce di essere vittima del diritto". Inoltre ha affermato che "un’antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno". E la sua aassenza lo sarebbe?
La CEI non ha evitato di esporsi nei nostri giornali e nelle nostre TV nazionali, che sono state infestate dai pareri contrari a questa decisione da parte di religiosi, oltre che, come detto, di politici - ci tengo a ripeterlo - di entrambi gli schierameti parlametari.
In un clima di contestazione generale, quindi, in cui gli spazi d'espressione per coloro che approvano la laicità delle scuole italiane, la libertà ed il diritto di non essere obbligati ad avere di fronte il simbolo di una religione, questi spazi, dicevo, sono estremamente limitati se non addirittura inesistenti; in un clima in cui il Presidente del Consiglio dichiara pubblicamente che in Italia, nonostante la sentenza europea, i crocifissi resteranno appesi nelle aule delle scuole pubbliche; in un clima in cui il Vaticano interviene quotidianamente con le sue prediche illegittime (in quanto inerenti le scuole pubbliche di uno Stato laico come l'Italia), le conseguenze erano abbastanza ipotizzabili.
Ieri mattina i soliti idioti hanno cominciato con gi atti vandalico-minatori.
Sono già state ricevute, sia da parte del cittadino che presentò ricorso alla Corte di Strasburgo, sia da parte di alcuni membri dell'UAAR, che ha sostenuto questa causa, delle lettere minatorie ed irte di insulti.
Ieri mattina degli aderenti a Lotta Studentesca, gruppo vicino a Forza Nuova, ha fatto irruzione nella sede del Partito Radicale a Roma facendo scoppiare una bomba carta, lanciando volantini ed affiggendo tre crocifissi sul muro.
Ieri pomeriggio sulla porta della sede dell'UAAR di Treviso è stata trovata la scritta "la vostra ragione non cancellerà la nostra tradizione", e sul manifesto è stato appeso un crocifisso.

Lo Stato interverrà per fermare questi atti vandalici, o continuerà a fomentarli andando contro la laicità costituzionale?
Qualcuno cercherà di non far sfociare questi primi atti intimidatori in vere e proprie violenze, oppure il nostro Governo li sosterrà?
Il Vaticano sarà contrario alla violenza di questi facinorosi, oppure, visto il rischio di perdere un posto in prima fila nella vita dei nostri bambini, e quindi nel futuro dell'Italia, rinnegherà anche quel principio?

Cercheremo di seguire gli sviluppi di questo principio di rivolta portata avanti da persone che, nel 2009, pare non abbiano acquisito grandi sviluppi progressisti dai fanatici religiosi del XVII secolo.

1 commento:

  1. Fra gli aggiornamenti riguardanti questa questione, troviamo la nascita di un gruppo si Facebook contrario alla sentenza della Corte Europea di Strasburgo, e la cancellazione (o, più precisamente, sostituzione, di un altro gruppo invece favorevole). Ad ogni modo esistono movimenti anche favorevoli alla libertà di religione ed alla laicità dell Stato, come riportato dal sito del'UAAR quest'oggi.

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