07/12/09

Via a Copenaghen, Stop a Milano

Proprio alla vigilia del Congresso di Copenaghen dedicato all'ambiente, qualcuno si è accorto del fatto che l'Ecopass, il metodo capace solo di procurare soldi al comune di Milano senza ridurre né il traffico né, tanto meno, l'inquinamento, è una bufala mostruosa, e che di Eco non ha proprio niente.
L'Ecopass è quel sistema che, come descritto dalla Sindaco Letizia Moratti e dal Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, avrebbe dovuto diminuire notevolmente le emissioni di CO2 nel capoluogo lombardo, abbassando sensibilmente la quantità di mezzi di trasporto privati nel centro di Milano.
Il metodo era alquanto semplice: mettendo una tassa a chi, in determinate ore dei giorni feriali, avrebbe voluto accedere al centro della città milanese col proprio mezzo privato.
Questo, a quanto si diceva, era inoltre un netto incentivo all'utilizzo del mezzi di trasporto pubblici rivolto ai tantissimi lavoratori operanti nel centro di Milano.
Analizzando in maniera solo leggermente più approfondita quest'idea, è facile intuire come questa rappresentasse solo uno specchietto delle allodole. E le allodole dovevano essere o stupide, o molto poco informate, perché funzionasse.
La cosa preoccupante è che ha funzionato.
Se si vuole tutelare l'ambiente dalle emissioni di CO2, innanzitutto, il traffico per le vetture inquinanti deve essere vietato in maniera assoluta. All'ambiente infatti non importa gran che, se quelle vetture pagano una mazzetta al Comune di Milano per poter inquinare. Inquinano lo stesso, anche previo pagamento.
Se invece l'idea era quella di utilizzare la parola Eco perché piacesse di più, ma l'obiettivo reale era ridurre semplicemente il traffico al centro, allora il prezzo di ingresso nella zona bastioni (l'area coperta da Ecopass nella città meneghina) avrebbe dovuto essere decisamente più elevato degli attuali 2 Euro (2 Euro!!!). Come a Londra, dove dopo essere partiti da 5 £ nel 2003, si è arrivati a 8 £ nel 2005 (l'equivalente di circa quindici euro), da pagare per poter accedere nel suo centro con la propria vettura. La differenza è che gli inglesi hanno escogitato questa pollution charge (tassa d'inquinamento) proprio per diminuire il traffico. Ed il traffico l'hanno diminuito. In Italia - evidentemente - no: forse si era ancora indecisi se fare qualcosa per il traffico oppure qualcosa per l'ambiente (e le due cose coicidono fra l'altro; proprio come hanno coinciso a Londra).
Oppure si voleva fare qualcosa per incentivare i mezzi pubblici? Beh, siamo sempre nella stessa barca. A Londra i mezzi di trasporto pubblici sono stati finanziati enormemente dagli introiti dei pochi automobilisti che hanno deciso di continuare a trafficare nel suo cuore con la propria vettura privata, e funzionano ancora meglio di quanto non facessero precedentemente. A Milano, ovviamente, si continuano a vedere gli stessi mezzi di anni e anni fa, senza che i tempii di percorrenza da una parte all'altra della città diminuiscano minimamente. Se non si viaggia esclusivamente in metropolitana (cioé se non si vive già in centro, e quindi se non si ha bisogno dell'Ecopass in quanto già residenti), per spostarsi da una zona all'altra di Milano potrebbero essere necessarie due ore. Senza contare il traffico, ovviamente. Fra lo scambio di un treno, l'attesa di un autobus, l'ingresso in metropolitana, l'attesa di un altro autobus e i tempi di tragitto, infatti, a seconda dei luoghi di partenza e di arrivo ci si mette tanto.
Ma allora, quest'Ecopass, a cosa serve?
Meglio ancora: a cosa è servito???
Certo, si possono vedere gli straordinari, meravigliosi, fiabeschi effetti del miracoloso Ecopass sul sito del Comune di Milano, ma sinceramente, alla luce del recente avviso di garanzia ricevuto dalla Sindaco Letizia Moratti, dal Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà e dal Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni (gli stessi, a parte Podestà che è stato eletto quest'anno, ad aver sbandierato il loro impegno nel nome della difesa dell'ambiente), accusati di insufficienza nel rispettare le leggi sull'inquinamento, pare che la domanda sia già dotata di una risposta: a niente.
L'Ecopass non è servito a niente, e se rimarrà invariato, continuerà a non servire a nulla.
Alle 8 del mattino le strade di Milano equivalgono a dei parcheggi: migliaia di macchine ferme per strada. Si riconoscono che sono strade, e non parcheggi, per due motivi: il primo è che le macchine sono accese; il secondo, è che hanno una persona al volante. Una persona al volante, e nessun altro dentro.
Se si viaggiasse in quattro per macchina, il traffico si ridurrebbe di 3/4.
Se l'economico Ecopass diventasse più costoso, le quantità dei soldi in entrata sarebbero maggiori, e i paganti decisamente meno numerosi.
Se i soldi dell'Ecopass venissero utilizzati per costruire piste ciclabili, il traffico e l'inquinamento sparirebbero del tutto.
E se parte di quei soldi venissero utilizzati per aumentare l'efficienza dei mezzi pubblici, anche sotto la pioggia, i milanesi viaggerebbero al riparo.

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